Musica

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mercoledì 29 luglio 2015

MILANO / Carreras alla Scala, il grande ritorno


MILANO - Sessantotto anni e non sentirli. La classe, l'eleganza e lo charme di José Carreras, passa il tempo ma non cambiano mai. Così Milano e la Scala sono ai suoi piedi per il concerto che domani, per lui che vi aveva debuttato nel 1975 col verdiano Un ballo in Maschera, registra il grande ritorno (e il tutto esaurito). Il programma spazia da Puccini a Elgar, da Scarlatti a Leoncavallo e Mascagni, ma senza i grandi cavalli di battaglia che infiammavano le platee ai tempi dei "tre tenori". Scelte raffinate, persino di nicchia, con solo una piccola strizzata d'occhio al repertorio napoletano di Mario Pasquale Costa ("Luna Nuova",  "Era de Maggio") e un'incursione nella zarzuela con Guastavino, Amadeu Vives e le canciones del messicano  Tata Nacho. Ad accompagnare il grande tenore catalano sarà il Quartetto d'Archi della Scala con il pianista Lorenzo Bavaj, che ha arrangiato la gran parte dei brani.

“Il ritorno di José Carreras - dice il Sovrintendente del Teatro alla Scala Alexander Pereira – cementa una relazione artistica e umana che nel corso dei decenni si è fatta sempre più profonda, concretizzandosi in interpretazioni che sono ormai pietre miliari nella storia del nostro Teatro. La presenza al suo fianco del Quartetto formato dalle nostre prime parti è la conferma dell’intesa e dell’identificazione tra il grande artista e la Scala”. E basta citare a tal proposito, oltre al Ballo del '75 (con Caballé e Bruson) La bohème diretta da Georges Prêtre e spettacoli storici come il Don Carlo di Abbado e Ronconi per l’inaugurazione 1977/78 e la leggendaria Forza del destino diretta da Patané nel 1978. E ancora, Andrea Chénier con Chailly, I Lombardi con Gavazzeni, Carmen con Abbado...

"Dopo cinque anni d’assenza, tornare a Milano è un sogno: nessun teatro è come questo", esordisce Carreras con un sorriso. Per lui, che pure ha calcato le scene di tutto il mondo cantando con tutti i mostri sacri della sua generazione, la Scala resta il top: "E' il teatro che fa le produzioni musicali più straordinarie, è il meglio che offre la lirica del mondo. Poterci tornare mi fa sentire un uomo fortunato".
Spiega di aver scelto per il concerto un repertorio che gli si addice e che sente suo, al di là della popolarità dei pezzi. Al pubblico più vasto, del resto, ha già dato: con Domingo e Pavarotti a inizio anni Novanta ha portato folle oceaniche alle Terme di Caracalla a Roma e allo stadio di Los Angeles, ha venduto milioni di dischi, ha attirato alla lirica ascoltatori che altrimenti non se ne sarebbero forse mai interessati. E lo ha fatto con la classe e la misura che lo hanno sempre contraddistinto.
Una misura che sfoggia, sempre, nelle risposte. Cosa si sente di consigliare, lui che è stato uno dei più grandi, ai giovani tenori d'oggi? "Vorrei avere le parole giuste, vorrei poter dire loro di non maltrattare la voce, di cantare col cuore. Serve talento, istinto, ispirazione. Ma prima di tutto è fondamentale la tecnica, serve la disciplina, nel canto come ovunque". Ha mai pensato di fare didattica e di dedicarsi all'insegnamento? "Non è detto che chi ha avuto una grande carriera debba per forza essere anche un grande insegnante".
Qual è il compositore che ha trovato in assoluto più nelle sue corde? "Difficile dirlo, ho cantato molto e ho anche accettato delle sfide, come nell'Otello di Rossini. Alla fine però dico Verdi".  
Ultima domanda, la nostra, è sul Poliuto di Donizetti. "Poliuto inaugurò la stagione della Scala nel 1960 con Corelli, Callas e Bastianini in una serata che divenne leggenda. Poi venne il suo con la Ricciarelli. Come mai praticamente nessuno più lo mette in scena, pur essendo un'opera raffinatissima e magnifica?". "Forse proprio per quello - risponde, gli occhi accesi -. Donizetti non si discute. Ma per Poliuto servono interpreti eccezionali". "Ce ne sono, maestro?". Sorride, annuisce, ma non fa nomi. Interviene Pereira e si lascia andare: "Si potrebbe anche fare, un Poliuto alla Scala, perché no? Il mio mandato è lungo...". A questo punto, un sorriso di soddisfazione scappa anche a noi.

Elena Percivaldi



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Concerto straordinario
Milano, Teatro alla Scala, 30 luglio 2015, ore 20
Programma

 

TenoreJosé Carreras
PianoforteLorenzo Bavaj
Quartetto d'Archi della Scala
Violino Francesco Manara
ViolinoDaniele Pascoletti 
ViolaSimonide Braconi
VioloncelloMassimo Polidori

 

PROGRAMMA

Alessandro Scarlatti 
"O cessate di piagarmi
arrangiata da Sascha Goetzel
Mario Pasquale Costa
"Luna Nova"
arrangiata da Luca Logi
"Era de maggio"
arrangiata da Luca Logi
Giacomo Puccini 
"Crisantemi 
per quartetto d'archi 
Francesco Paolo Tosti 
"Segreto" 
arrangiata da Luca Logi 
"Sogno"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
"La Serenata"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Ruggero Leoncavallo
"Valse coquette"
per pianoforte e quartetto d'archi 
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Giacomo Puccini 
"Terra e mare" 
arrangiata da Luca Logi
"Sole e amore"
arrangiata da Roberto Molinelli
Carlos Guastavino 
"La rosa y el sauce"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Tata Nacho 
"Tengo nostalgia de ti"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
"Íntima" 
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Edward Elgar
"Salut d'amour"
per pianoforte e quartetto d'archi 
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Amadeu Vives
"L'Emigrant"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Edvard Grieg
"T'estimo"
arrangiata da Luca Logi
Pietro Mascagni 
da Cavalleria Rusticana
"Intermezzo" 
per pianoforte e quartetto d'archi
arrangiato da Lorenzo Bavaj
Nicola Valente
"Passione"
arrangiata da Christian Kolonovits
Furio Rendine
"Vurria"
arrangiata da Luca Logi
Info e biglietti: www.teatroallascala.org